giovedì 27 febbraio 2014

Ministro Guidi: per gli interessi di famiglia e contro gli interessi dei lavoratori

Nel 2010 contro le sospensioni disciplinari alla Ducati Energia
La scelta del nuovo Ministro dello Sviluppo Economico del Governo Renzi, Federica Guidi, è preoccupante nei confronti dei lavoratori e delle lavoratrici.


Il Ministro dovrà affrontare alcune situazioni sulle quali aleggia l’ombra del conflitto d’interesse dovuto al suo coinvolgimento nella Ducati Energia SPA, l’azienda di famiglia gestita dal padre Guidalberto, di cui è stata dirigente per 20 anni. Il ruolo ricoperto all’interno del Governo Renzi la costringerà infatti a gestire situazioni delicate che coinvolgono gli interessi di aziende pubbliche molto importanti, aziende che con la Ducati Energia hanno rapporti, diretti o indiretti, molto stretti. 

Un esempio su tutte è rappresentato dalla Simest, Società Italiana per le Imprese all’Estero, per il 76% di proprietà della Cassa Depositi e Prestiti. Simest però, dal dicembre 2012, detiene il 15,04% di Ducati Energia

Ma questo non sembra essere un caso isolato. Altra società che non può essere ignorata, per ovvi motivi, da un ministro dello Sviluppo Economico è Finmeccanica, gruppo industriale controllato al 30% dallo Stato. Da parecchio tempo i vertici dell’azienda stanno cercando di risolvere la trattativa relativa alla cessione di Bredamenarinibus, una delle più rinomate aziende italiane che produce di autobus. Se si “spulciano” i nomi delle aziende candidate all’acquisto, spunta di nuovo Ducati Energia, azienda di famiglia della Guidi.

C’è anche una terza questione. La Polizia di Stato e altre società a controllo pubblico stanno attualmente trattando l’acquisto del Free Duck, un “innovativo quadriciclo elettrico leggero in grado di far fronte alle problematiche connesse alla mobilità, nel pieno rispetto dell’ambiente”. Chi lo produce? Ovviamente la Ducati Energia di Guidalberto Guidi. 

Non si può tacere il fatto che Federica Guidi avrà a che fare con questioni che riguardano direttamente l’azienda di famiglia in cui ha lavorato per 20 anni. I dubbi sulla sua possibile condotta, appaiono dunque abbastanza leciti. 

Inoltre la Guidi è notoriamente vicina Berlusconi e contraria all’articolo 18

Adesso, da ministro dello Sviluppo Economico si troverà a gestire una situazione non facile: 160 tavoli sulle crisi aziendali; la “patata bollente” Electrolux, la chiusura dello stabilimento Fiat di Termini Imerese, il controllo pubblico su frequenze tv del digitale, la riforma dell’RC auto, lo scorporo della rete Telecom, il settore postale. Questioni di primaria importanza cui si aggiunge anche lo sviluppo dell’agenda digitale. Per non parlare del settore energia e delle liberalizzazioni. 

Per tutti questi motivi i Comunisti Italiani ritengono che la scelta di un tale Ministro ad un Ministero di così vitale importanza non presupponga nulla di buono per i lavoratori.

L’impressione, se non la certezza, è che ci sia la volontà di acuire le politiche liberiste e le liberalizzazioni mortificando ancora di più i diritti dei lavoratori e le aspettative dei cittadini di avere dei servizi pubblici non controllati dai poteri forti.

Nessun commento:

Posta un commento